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Artista digitale, nato nel 1994. Attualmente vive e lavora a Taipei. I suoi format creativi spaziano tra VR, l’installazione video e media orientali. I primi lavori erano principalmente dipinti a inchiostro su carta, ma recentemente  ha iniziato a fare riferimento alle visioni estetiche e filosofiche della cultura dell’Asia orientale, cercando di interpretare attraverso punti di vista alternativi gli stati percettivi dell’umanità all’interno dell’esperienza della tecnologia, inclusa l’esperienza soggetto-oggetto in VR e l’esperienza virtuale del corpo. Oltre al suo lavoro di artista, dal 2019 si occupa anche di progetti di curatela e interdisciplinari. Le sue opere sono state esposte al “FutuRetro-Athens Digital Arts Festival”, “Asia Digital Art Exhibition” al Beijing Times Art Museum e “Framed: wormhole” a Taipei e Zurigo.

"Shadow To Substance" by Tuan Mu

Titolo: Shadow to Substance 2021
Tipo2-channel Video, 3D Animation, Full HD, Color, Stereo, 4’50”
Contenuto: Shadow to Substance trova nell’architettura orientale dei giardini un modello di riferimento per la percezione dello spazio. Riflettendo su come l’esperienza soggettiva possa essere determinata e rimodellata all’interno di uno spazio virtuale, tenta di ridefinire i limiti delle nozioni di “visione”, “corporeità” e “consapevolezza spaziale”, e quindi indaga il corpo mentale vissuto nella tecnologia video contemporanea. La storia del giardinaggio e dell’architettura del paesaggio non solo dimostra la padronanza della tecnologia da parte dell’umanità, che applica la ragione per modellare la natura in uno spazio creato dall’uomo, ma anche la pianificazione finalizzata alla costruzione di un luogo ideale. 

D’altra parte, la collocazione degli elementi, le dimensioni e le geometrie di un giardino – come i suoi percorsi di attraversamento, i suoi labirinti – contribuiscono a creare la possibilità, attraverso sensazioni fisiche, di evadere dallo spazio del reale, consentendo a loro volta percezioni e sensi da proiettare all’interno di un territorio virtuale. Nei giardini orientali, lo spazio e il tempo che scorrono nella natura sono stati presi in prestito per evocare questa sottile percezione interna e renderli un luogo tra realtà e immaginazione, dove la mente può vagare e stabilirsi. Nell’epoca attuale, il reale e il virtuale sono entrambi modi per comprendere il mondo. In questo processo, le percezioni soggettive scivolano gradualmente in un flusso continuo, lontano da uno stato di identificazione, sempre in movimento, rimanendo per un breve tempo in uno spazio esterno al soggetto. 

Shadow to Substance riproduce un’animazione video 3D a due canali, lo spettatore guarda questa doppia proiezione in prima persona, entrando nello spazio immersivo di questo giardino virtuale lungo la traiettoria della telecamera, viaggiando avanti e indietro all’interno di questo scenario naturale simulato. In questa continua dissoluzione di soggetto e spazio, soggetto e tempo, questo lavoro tenta di utilizzare la percezione orientale dello spazio per coinvolgere le tecnologie di imaging virtuale contemporanee, per sviluppare la possibilità che queste tecnologie di imaging hanno di costruire il nostro senso interiore della realtà, e persino trasformare la nostra esperienza soggettiva nell’interfaccia del reale-virtuale, in modo da creare una situazione in cui il soggetto, l’oggetto, il corpo e lo spazio correlati possano essere osservati fluire l’uno nell’altro.

“Patikulamanasikara” by Tuan Mu

Titolo: Patikulamanasikara 2021
Tipo: installazione interattiva in VR, by Unity
Contenuto: Patikulamanasikara è un’installazione VR interattiva che permette allo spettatore di trovarsi all’interno di un corpo virtuale: non un avatar ma piuttosto una metafora virtuale della carne, dello scheletro e delle viscere di chi guarda.  Durante l’esperienza dell’opera sembra di accedere virtualmente al proprio corpodi controllarne i movimenti, ma con il passare del tempo lo spettatore perde il controllo su questo “corpo virtuale”  dopo un periodo di tempo.

 L’idea alla base della creazione di quest’opera prende ispirazione da una pratica buddista: Patikulamanasikara, riflessioni sulla repulsione. Ciò che viene coniato come “contemplazione dell’impurità” è una meditazione che porta a condurre una dissezione anatomica attraverso il pensiero. Il discepolo buddista osserva ciò che costituisce il proprio corpo, gli organi, i fluidi e i tessuti di riempimento come oggetto della sua contemplazione. Con questa pratica il discepolo sviluppa un sentimento di abiezione verso il corpo materiale, staccandosi dalla preoccupazione della carne.

 L’opera d’arte Patikulamanasikara invita lo spettatore a muoversi tra paesaggio virtuale, corpo e percezione. Allo stesso tempo, la pratica della meditazione Patikulamanasikara riflette una certa comprensione del corpo. L’opera esplora il corpo dal punto di vista del cyborg e del post-umanesimo, fornendo un altro modo di pensare a come il corpo è costruito, persino immaginato.